Pandemia, la variante Delta ora fa veramente paura. Borse in calo.
Scende ancora il prezzo del petrolio, dopo l’accordo tra Arabia e Emirati.
Il risk off mood fa crollare i rendimenti: Bund 10anni -0,37%, Treasury Us 1,22%.
Molta attesa per la riunione della ECB di giovedi’ 22.


La pandemia non da’ tregua e la rapida diffusione della “variante delta” agita e preoccupa analisti e investitori. La politica e la scienza sembrano, una volta ancora, incapaci di dare una risposta uniforme e veloce. L’azione dei Governi dei vari Paesi interessati e’ molto eterogenea: alcuni scelgono la strada, assai impopolare, di nuove mirate restrizioni, altri tengono duro sul reopening.
Nel Regno Unito, da oggi, riaprono, senza grandi limitazioni, tutte le attività economiche, ma il «freedom day» e’ rovinato dall’impressionante risalita dei casi, ormai attorno a 50 mila/giorno, e dal fatto che il Primo Ministro Johnson ed il Ministro delle finanze Sunak sono in autoisolamento “da protocollo”.
Altro motivo di ansieta’, ormai ineludibile, e’ l’inflazione americana troppo elevata (+5,4% in giugno il dato CPI-Consumer price index), sebbene l’autorita’ monetaria, alias la FED (Federal Reserve, Banca Centrale Usa) si ostini a definirla un fenomeno temporaneo, confermando gli stimoli emergenziali in vigore.
All’incertezza ha contribuito, almeno sino a venerdi’ 16, il livello troppo alto del prezzo del petrolio e la velocita’ con cui e’ salito da aprile in poi. Il fallimento dell’ultima riunione dell’Opec+ (13 Paesi esportatori + partners) aveva innescato una nuova fiammata dei prezzi del WTI (West Texas Intermediate), sino a $ 77/barile.
Un accordo e’ stato infine raggiunto venerdi’ 16 luglio, e prevede di aumentare la produzione mensile a cominciare da agosto e di eliminare i tagli decisi ad aprile 2020 in piena emergenza Covid-19 da settembre del prossimo anno.
Il prezzo del greggio (“WTI crude”) si e’ calmato, e stamane, 19 luglio, ore 12.30 CET, e’ sceso bruscamente a 69,7 Dollari/barile, ai minimi delle ultime 6 settimane. (vedere grafico pag. 2).
Tornando alle chiusure di venerdi’ scorso, 16 luglio, segnaliamo il Ftse Mib italiano a -0,33%, il Ftse100 britannico a -0,06%, il Dax tedesco a -0,57% ed il Cac40 francese a -0,51%. Depressa anche Wall Street: S&P-0,75% e Nasdaq -0,80%, con diffusi realizzi in tutti i settori.
E’ evidente, in questa fase, l’importanza delle scelte delle Banche Centrali Usa ed Europea, visto anche che altri istituti centrali di singoli Paesi hanno deciso variazioni restrittive di politica monetaria.
Da ultime, la Bank of Canada ha ridotto il ritmo degli acquisti di obbligazioni sul mercato (cd Quantitative Easing), mentre anche la Reserve Bank of New Zeland ha anticipato al mercato l’imminente stop del proprio “quantitative easing” emergenziale.
Ovvia la crucialita’ dei prossimi meeting dei banchieri centrali in Europa e negli Usa: il primo sara’ quello della Banca Centrale Europea di giovedì 22 luglio, e sara’ un momento di verifica e conferma delle dichiarazioni delle Presidente Lagarde al Financial Times, pochi giorni fa, sul fatto che questa riunione saebbe stata portatrice di novita’ sul futuro indirizzo di politica economica e monetaria.
Sull’altra sponda dell’Atlantico, Jerome Powell (Chairman della Fed) conferma l’intenzione di mantenere una politica monetaria largamente espansiva, cosa gradita ai mercati, ma sempre piu’ minacciata dall’esuberante crescita dei prezzi, cioe’ dell’inflazione.
La tragedia dell’alluvione in Germania e Belgio sembra, tra le altre ricadute negative, poter avere anche un impatto destabilizzante sul piano politico tedesco, come suggerisce l’impennata di consensi per il partito degli ecologisti (Grunen): un inizio zoppicante per l’era post Merkel.
Non soprende, in questo quadro preoccupato dalla “variante Delta” e del possibile rallentamento della fase di ripresa, la chiusura negativa di molti dei principali listini asiatici: il Nikkei225 giapponese ha perso il -1,3%, spaventato dall’impennata del numero di contagi nella Prefettura di Tokyo (+1.410 casi sabato), l’Hang Seng di Hong Kong il -2,2%, e il Kospi coreano il -1,0%.
Si sono “relativamente salvati” i maggiori indici continentali cinesi, Shenzen e Shanghai, entrambi finiti invariati. Li hanno aiutati le parole del Segretario di Stato americano Janet Yellen, che ha criticato la “linea dura” dell’”epoca Trump” e prefigurato una prospettiva di maggior dialogo, sebbene su temi complessi.
Molto negativa la mattinata delle borse europee, con perdita media in area --2,5% (ore 15,15 CET) e deciso riposizionamento “prudenziale/risk-off” evidente anche sul mercato obbligazionario con il rendimento del Treasury Usa decennale crollato a +1,22% (!!) e quello del Bund tedesco a -0,37%.
Data scarsita’ di dati macro europei, il calendario macro della settimana ha qualche momento rilevante negli Usa, dove saranno pubblicati gli indici PMI (Purchasing manager Index) flash di luglio e i dati sul mercato immobiliare residenziale di giugno.

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