L'S&P 500 e il Nasdaq 100 hanno entrambi chiuso a massimi record venerdì, salendo rispettivamente dello 0,5% e dell'1%, mentre il Dow Jones ha guadagnato 67 punti. Il sentiment del mercato è stato rafforzato dall’uscita dei dati macro che hanno mostrato un rallentamento delle assunzioni negli Stati Uniti a giugno e un aumento del tasso di disoccupazione al livello più alto dalla fine del 2021, il che ha causato un ribasso dei rendimenti dei titoli di stato, e aumentato le probabilità di più di taglio dei tassi da parte della Fed nei prossimi due trimestri.
Le buste paga non agricole sono aumentate di 206.000 a giugno, ma con significative revisioni al ribasso dei mesi precedenti, per cui l’occupazione nei due mesi precedenti è stata rivista al ribasso per un totale di 111.000. Il settore dei servizi di comunicazione ha guidato i guadagni, con Meta in aumento del 5,9% e Alphabet in avanzamento del 2,5%. Anche i beni di prima necessità hanno registrato buone performance, con Walmart in rialzo del 2,6% e Costco in aumento del 2,7%.
Al contrario, i titoli energetici sono rimasti indietro, con Exxon in calo dell'1,3% e Chevron in calo dell'1,6%. Nel corso della settimana, l'S&P 500 ha registrato la quarta settimana positiva nelle ultime cinque, guadagnando l'1,2%, il Nasdaq 100 è salito del 2,4% e il Dow Jones ha registrato un rialzo dello 0,3%.
ANALISI DEI NON FARM PAYROLLS
L'economia statunitense ha aggiunto 206.000 posti di lavoro a giugno 2024, leggermente al di sotto di 218.000 rivisti al ribasso a maggio e al di sopra delle previsioni di 190.000. I dati di maggio sono stati rivisti, dai 272.000 iniziali a 214.000 (circa 58 mila unità) e anche la lettura di aprile è peggiorata di 57.000 a 108.000. Con queste revisioni, l'occupazione di aprile e maggio combinati è inferiore di 111.000 rispetto a quanto riportato in precedenza.
I dati di giugno hanno continuato a indicare un mercato del lavoro in raffreddamento. La crescita media mensile delle buste paga per quest'anno è stata di 222.000 unità, rispetto alle 251.000 unità del 2023 e alle 377.000 unità del 2022. Il tasso di disoccupazione generale è uscito al di sopra delle aspettative al 4,1% contro il 4% del dato precedente.
Il dato in questione afferma ancora una volta il deterioramento progressivo dei dati macroeconomici americani, in piena contraddizione rispetto alle dichiarazioni dei banchieri centrali della Fed, che continuano a recitare un mantra totalmente differente, ovvero "strong & resilient", retorica che non regge più, a nostro avviso, di fronte all’analisi più nel dettaglio rispetto ai numeri nudi e crudi in uscita.
I Nonfarm payrolls sono usciti "apparentemente" positivi a 206k contro i 190k delle stime, superficialmente dati buoni, ma il vero problema sono le revisioni, con quella di aprile in calo di 57k unità rispetto alla prima pubblicazione, l'ennesima revisione in negativo, considerato il fatto che anche il mese di maggio ha visto un calo di 57k nella seconda pubblicazione.
Su 16 rilevazioni di dati, dal gennaio 2023 ad oggi, abbiamo giá avuto 13 revisioni in negativo, una situazione che conferma come la prima rilevazione dei payrolls, attualmente non sembri così del tutto affidabile. Sul tasso di disoccupazione, possiamo dire che il suo andamento al rialzo sembra ormai strutturale, (3 volte consecutive che il dato esce al di sopra delle aspettative).
Palesemente l'economia Usa sta rallentando, confermato anche dal fatto che l’underemployment, ovvero la sottoccupazione, scesa fino al 2022 (senza contare il periodo Covid), è tornata a salire da un anno a questa parte dal 6.7% al 7.4% attuale. Anche i guadagni settimanali, presi su base annua, stanno evidenziando un calo strutturale, se si osservano i grafici, dal marzo del 2022, quando erano a +5.9% contro il 3.9% attuale.
In calo anche le buste paga del settore manifatturiero, senza dimenticare che nel mese di giugno si sono persi 28 mila posti di lavoro a tempo indeterminato contro assunzioni per 50k, ma a tempo determinato. E’ evidente quindi, che osservando il quadro generale, la situazione del mercato del lavoro, è in deciso peggioramento.
USA, INFLAZIONE IN CALO
l'Inflazione Usa dovrebbe, peraltro, cominciare un deciso percorso ribassista, anche se bisogna osservare il Pce, misura più importante del Cpi. Il primo mostra un +2.6% di inflazione attuale, mentre il Cpi, oscilla tra il 3.3% e il 3.4% considerando il dato generale e quello core, esclusi alimentari ed energia.
Indizi importanti arrivano proprio dai dati usciti qualche giorno fa sui PMI di ISM del settore dei servizi, il numero peggiore dal 2007-2009 escludendo il periodo della pandemia ovviamente. Il settore dei servizi incide in modo significativo sui dati dell'inflazione, pertanto non si può escludere che sia iniziato un trend ribassista importante, che dovrebbe indurre i rappresentanti della Fed a non rischiare di rimanere eccessivamente “behind the curve”.
Se osservassimo anche i dati rilasciati da Truflation, compagnia che si occupa di econometria e di statistica, l'inflazione Usa si troverebbe già ben al di sotto del target del 2%, a ridosso del 1,8%, un dato lontanissimo dall'attuale 3,3% preso in considerazione dalla Fed.
In sostanza, disoccupazione che sale e inflazione che potrebbe scendere portano solamente verso un'unica soluzione, quella del taglio dei tassi che molto probabilmente potrebbe arrivare prima del previsto.
I MARKET MOVERS DELLA SETTIMANA
Negli Stati Uniti, l'attenzione sarà rivolta alla pubblicazione dei dati CPI e PPI di giugno, seguiti dall’intervento semestrale del presidente della Federal Reserve Powell sulla politica monetaria presso il Comitato bancario del Senato. Inoltre, usciranno i dati sulla fiducia dei consumatori del Michigan.
In Europa, i riflettori saranno puntati sul secondo turno delle elezioni parlamentari di domenica, i cui risultati sono previsti per oggi. C’è poi attesa per le decisioni sui tassi di interesse saranno annunciate in Nuova Zelanda, Corea del Sud e Malesia, accompagnate dalla pubblicazione dei dati sull'inflazione in Messico, Cina, Brasile, India e Russia.
Nel Regno Unito, i punti dati chiave includono il PIL di maggio, la bilancia commerciale dei beni, la produzione industriale e le vendite al dettaglio. La Cina pubblicherà i suoi dati sul tasso di inflazione, PPI, nuovi prestiti in yuan e sulla bilancia commerciale. L'Australia riferirà sulla fiducia delle imprese NAB e sulla fiducia dei consumatori Westpac, mentre l'India pubblicherà i suoi dati sulla produzione industriale.
Buon trading e buona settimana.
Saverio Berlinzani
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