Il 2022 è stato un anno molto difficile per i portafogli statici di lungo termine.
Personalmente il mio portafoglio (quello per intenderci dove sono domiciliati i risparmi e parte di quanto destinato alla pensione) solo lo scorso anno ha subito una perdita del 14.50% circa, soprattutto a causa della discesa della parte azionaria, nonché quella obbligazionaria e per l'assenza di una parte relativa alle materie prime che, a mio avviso, con un orizzonte temporale molto lungo, può in qualche maniera stabilizzare i rendimenti durante i periodi di inflazione, ma che in un ottica cosi lunga, può sottoporre l'investimento ad inefficienza.
Le materie prime, infatti, possono essere replicate tramite ETF che investono in indici (o panieri di indici) e pertanto a causa del rollover dei futures accumulano periodicamente gap di prezzo e costi che tendono quindi ad accumularsi.
Il 2023, invece, sembra essere iniziato con altro piglio ed i primi 6 mesi dell'anno portano una performance del 7.02%.
La composizione del portafoglio è sostanzialmente 60/40 con - 60% Ftse All All country world Azionario; - 35% Global Aggregate Bond; - 5% Global Inflation Linked
Ogni sei mesi procedo a bilanciare le posizioni periodicamente aggiungo extra liquidità per investimenti di tipo satellite, ma il core è sostanzialmente l'allocazione di cui sopra.
E' un investimento di lungo periodo, molto passivo, tuttavia per forza di cose nell'ultimo anno è toccato incrementare anche la parte obbligazionaria perchè può darci buoni rendimenti con una stabilizzazione importante della volatilità.
Gli strumenti sono bilanciati al 40% in euro e al 60% in dollari. Ci vediamo tra 6 mesi per il prossimo aggiornamento.
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