Abbiamo tifato bene, la slitta di Babbo Natale è decollata

Ricordo che scrivo questa analisi ogni giorno iniziandola prima che il mercato apra e commentandola mano a mano che la sessione di mercato si svolge.
Ci sono giornate che iniziano in un modo e finiscono in un altro e la mia analisi vi vuole far vivere tutto questo come spettatori della prima fila nei posti migliori a teatro.

Lunedì l'S&P 500, l’indice più rappresentativo del mercato americano ha recuperato la battuta d'arresto di venerdì 9 con facilità e con volumi in aumento, grazie anche al carry over dei mercati asiatici ed europei. Se poi consideriamo che anche le criptovalute hanno iniziato a tirare per la loro parte, e che l'azione dei prezzi delle obbligazioni, dell’US dollar e delle materie prime ha fornito ampi indizi ecco spiegato il perché del mio approccio rialzista nell’analisi di ieri, rialzo che inaugura il rally di Babbo Natale. Guardandolo prima della pubblicazione del CPI in rallentamento era evidente. Sia l'IPC principale che quello core hanno collaborato, e i mercati sono partiti alla carica convinti di un FOMC della Fed di domani senza notizie… sto deliberatamente esagerando. Guardate i fuochi d'artificio nei beni reali e su tutto il resto non ha senso che io scriva oltre chi mi legge sa che sono stato rialzista su tutto questo… adesso mi godo il tintinnio del conto trading e lascio che sia lui a parlare per me.

Dalla mia analisi di lunedì:
In estate pensavo ad un punto medio dell'inflazione sul quale saremmo rimasti ancorati per un po di tempo sul livello del 5-6%: non siamo ancora scesi a quel punto. Credo che a quel punto la Fed potrebbe applicare una regola non scritta di posizionare i Fed funds dello 0,5% al di sopra dell'inflazione in modo da renderlo restrittivo, ma con il rischio di strangolare l'economia. Affrontare l'inflazione come sta facendo con strumenti dal lato della domanda non sta funzionando con la rapidità desiderata dalla Fed. I fattori che determinano l'inflazione sono dal lato dell'offerta.

La Fed ha i suoi bei problemi da risolvere:
• prezzi elevati delle materie prime,
• minerari e prodotti agroalimentari in rallentamento nella salita.
• energia che invece continuerà a salire.
La Fed non è ancora diventata restrittiva (lo sarà più avanti se i tassi saranno alzati ancora più vicino all’inflazione), i mercati, anche se prendono qualche schiaffo continuano a scommettere che non diventerà tale.

Le speranze di avere raggiunto il picco dell’inflazione sono ancora al centro della tesi rialzista dei compra-tori. Ho letto lo scenario ipotizzato da JPM di una recessione abbastanza dura all'orizzonte. Una recessione che non sarebbe facile da risolvere con iniezioni di liquidità. Una recessione che farebbe crollare gli utili, il mercato del lavoro e l'inflazione più del previsto. Mmmmh... Gli indici dei direttori degli acquisti a livello in cui si trovano in passato non hanno mai segnalato una recessione. L'inversione della curva dei rendimenti è la più alta dall'inizio degli anni Ottanta.

Un atterraggio duro (hard landing), se così si può chiamare, con la Fed che rimarrà imperterrita e non taglierà i tassi dopo il giugno 2023? Una Fed che, ma mantenesse il tasso sui Fed funds al 5,5% o più alto se le pressioni sulla crescita dei salari dovessero persistere? In un simile contesto, il rally di Babbo Natale ha un compito arduo da svolgere. Ha bisogno che il rallentamento dell'IPC batta le aspettative e che la Fed faccia solo 50 pb come previsto. Ascolterò la conferenza stampa senza perdermi nemmeno una parola pronto a salire se ci fosse il viatico atteso.

E’ proprio quello che è successo ieri, tutto in linea con le mie speranze di rallentamento dell'inflazione, è abbastanza per i compra-tori percorrere fino a fine anno.

Questa analisi che leggi su Tradingview adesso è pubblicata il pomeriggio del giorno prima con inclusi i livelli operativi su:
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