I mercati azionari tirano il fiato, ma il bilancio di gennaio e’ ricco! Il Fondo Monetario Internazionale migliora le stime globali 2022 e 2023. Congiuntura economica europea debole, ma in stabilizzazione. Grande attesa per le riunioni FED di domani ed ECB di giovedi’.
C’e’ voluta l'inflazione spagnola in sorprendente risalita e la crescita anemica del GDP (Prodoto interno lordo) tedesco a causare il pur ridotto calo degli indici azionari europei. Sulle Borse europee si e’ visto finalmente qualche realizzo, dopo che da inizio anno erano maturati cospicui e generalizzati progressi: Milano era salita del +11% in 4 settimane e del +2,6% nella sola settimana scorsa.
Ieri, 30 gennaio, in chiusura, solo Londra ha maturato un piccolo rialzo, +0,21%, Milano ha invece perso -0,38%, Parigi -0,21% e Francoforte -0,11%. Chiusure in regresso anche Wall Street: Dow Jones -0,77%, S&P 500 -1,30%, Nasdaq -1,96%.
Il quadro macro, nel suo insieme, resta robusto, ma qualche piccolo contraccolpo e’ venuto dai numeri deboli del GDP tedesco, rivisti al ribasso a -0,2% nel 4’ trimestre e +1,1% su anno, con un +1,8% medio sull’intero 2022), dall'inflazione spagnola, -0,3% a gennaio e in sgradito rialzo a +5,8% annuale, e dalla fiducia economica nell'Euro-Zona, in rialzo a 99,9 a gennaio, ma ancora in area di contrazione.
Questa settimana l’attenzione si concentra sulle riunioni delle Bance centrali: la Federal Reserve (FED-Banca centrale Usa) annuncera’ le proprie decisioni mercoledi’ 1, mentre ECB (Banca centrale europea) e Bank of England “si pronunceranno” giovedi’ 2: i mercati vogliono sapere se la stretta monetaria proseguirà o se emergera’ un ammorbidimento, visto il leggero calo dell’inflazione.
Dalla FED il consenso degli analisti stima un rialzo di “soli” 25 bps, che rappresenterebbe una “frenata” dopo 4 rialzi consecutivi da 75 bps e uno da 50 che hanno ribaltatato la lunga fase di “tassi zero” portandoli all’intervallo 4,25%-4,50% record dal 2007. Dall’ECB e’ invece atteso un aumento di +50 bps, con la speranza che sia l’ultimo di questa misura.
La stagione delle relazioni trimestrali (4’ trimestre&full year) entra nel vivo anche in Europa, con le grandi banche concentrate questa settimana: stamane, 31 gennaio ha sorpreso l’utile netto di Unicredit, 4,8 miliardi Euro, assieme al miglioramento della “ratio” di dividendo, alzata al 40% dell’utile distribuibile: attendiamo ora Intesa-Sanpaolo, Ubs, Santander, Deutsche Bank etc.
Settimana ricca di dati 2022 anche per la “corporate America”, con molte big attese alla prova dei mercati: McDonald’s, Ups, Pfizer, Spotify, Snap, Amd e General Motors solo oggi, Meta Platforms mercoledi’, Apple, Alphabet, Amazon, Ford, Starbucks e Qualcomm giovedì.
L’FMI (Fondo monetario internazionale) migliora le previsioni 2023 in virtu’ di un “outlook meno cupo che in ottobre” e vede anche un calo al 6,6% dell'inflazione globale. Secondo l’FMI anche il 2022 e’ andato meglio del previsto e la crescita avrebbe raggiunto +3,9% medio, dal +3,2% della precedente stima. Per l'anno appena iniziato, si prevede una crescita del +0,6%, dal precedente -0,2%.
Secondo l’FMI, che ha anche migliorato le stime per l'Italia, «l'economia globale è destinata a rallentare quest'anno, a causa di inflazione elevata e guerra in Ucraina, per poi rimbalzare il prossimo anno”. Nell’ultima parte dello scorso anno, la forza del mercato del lavoro, dei consumi privati, degli investimenti aziendali, sono stati migliori del previsto».
Anche la Commissione europea ha “misurato” una “salute” dell’economia migliore delle recenti attese: a gennaio, l'indicatore ESI sul “sentiment” economico e’ salito di +2,8 punti a 99,9, ed e’ al "3’ aumento consecutivo" e vicino "alla media di lungo periodo". Tra le singole economie spicca l’ESI di Francia (+4,4), meno brillanti Spagna (+2,7), Germania (+2,5), e Italia (+1,7).
In Cina, l'indice dei direttori degli acquisti (PMI) della manufattura di gennaio e’ salito a 50,1 punti, facendo meglio del 49,8 atteso e del 47 precedente, mentre l'indice PMI dei servizi ha toccato 54,4, contro 52 atteso e 41,6 precedente. Tra i dati macro di imminente pubblicazione segnaliamo quello sulla fiducia del consumatori Usa a gennaio, il GDP dell'Eurozona e quelli sul mercato del lavoro e dell'inflazione in Germania.
Il prezzo del gas naturale europeo risale attorno a 59 Euro/MWh, +7%, ma e’ oltre l’80% inferiore ai picchi di giugno 2022: in calo il prezzo del petrolio: il WTI (greggio di riferimento Usa) perde -0,5% a 77,6 Dollari/barile.
Lo spread di rendimento tra BTP decennale italiano e omologo Bund tedesco che era risalito oltre 190 bps ieri, stamattima si riduce a 186 bps, associato ad un rendimento del BTP benchmark pari a 4,21%.
Sul mercato valutario, l'Euro si riporta verso i massimi contro Dollaro di aprile 2022, attorno 1,088: mentre fa segnare 141,6 contro Yen giapponese.
Tra le Borse asiatiche, quella giapponese si e’ indebolita sul finale chiudendo a -0,39%, restando vicina ai massimi delle ultime 6 settimane. A Hong Kong l’Hang Seng ha perso -1,03%, tra i listini della Cina continentale il Shanghai composite perde -0,42%, Shenzhen -0,80%: il Nifty indiano ha chiuso in modesto guadagno, +0,07%.
A fine mattinata (ore 13.30 CET) le Borse europee perdono frazionalmente, -0,4% medio: i futures su Wall Street anticipano aperture in lieve rialzo, +0,3% medio.
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