Per la quarta volta consecutiva, la Banca Centrale Canadese (BOC) ha lasciato invariato il tasso overnight al 5%, come da previsione, il massimo degli ultimi 22 anni. Il comitato direttivo ha però espresso preoccupazione per il livello di inflazione, in particolare per la crescita dei prezzi core, che sono aumentati inaspettatamente a dicembre.

Le previsioni per il 2024 danno un’inflazione ancora intorno al 3% e solo nel 2025 si tornerà agli obiettivi prefissati del 2%. In ogni caso, si rileva che l’attività economica si è contratta significativamente, in ragione della politica monetaria ultra-restrittiva, e i consumatori hanno ridotto la spesa così come le aziende hanno tagliato gli investimenti. Poco mosso il UsdCad che dai minimi di 1.3430 è rimbalzato una cinquantina di pips prima di stabilizzarsi.

AZIONARIO

Tanto per rimanere nel solito refrain, che rischia di sembrare noioso, i listini americani, in particolar modo S&P e Nasdaq, hanno fatto registrare nuovi massimi storici, ma anche il Dow Jones ha guadagnato arrampicandosi fino quasi al nuovo record di sempre.

Netflix ha chiuso a +10% dopo la pubblicazione della trimestrale, mentre i produttori di chip e titoli tecnologici, hanno mostrato ancora i muscoli. Nvidia ha superato i 604 dollari ad azione, Microsoft sopra i 400, e Meta i 390 dollari per azione.

Fa specie assistere quasi impotenti ad una salita senza fine, che starà sicuramente facendo male, purtroppo, a molti piccoli operatori che avessero in qualche modo azzardato, nel recente passato, qualche posizione short equity.

PETROLIO

Il Wti si avvicina pericolosamente alle aree di resistenza chiave poste a 76 dollari, dopo che le scorte di greggio hanno subito un rallentamento più importante del previsto negli Stati Uniti, e in seguito alle misure di stimolo proposte dalla Cina che ha immesso circa 280 miliardi di dollari sul mercato, alimentando le speranze di sostegno della domanda dell’oro nero.

Inoltre, la PBoC ha annunciato che taglierà la riserva obbligatoria presso l’Istituto Centrale, del contante detenuto dal sistema bancario cinese, per aumentare la liquidità circolante. Ad aggiungersi le solite tensioni che potrebbero ridurre l’offerta. Sopra i 76 dollari, il Wti potrebbe attaccare quota 81.00, resistenza successiva.

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VALUTE

Stabilità e movimenti in trading range per le principali coppie valutarie, con EurUsd che è salito al test di 1.0930 nonostante i dati sui Pmi della mattina, avessero in qualche modo deluso le attese, ma a trascinare al ribasso il biglietto verde, ci ha pensato la sterlina che è salita dopo gli ottimi numeri sempre sui Pmi, con un Cable che ha testato la resistenza chiave a 1.2770.

UsdJpy è sceso da 148.00, massimo di ieri notte a 146.50, per poi chiudere a 147.30. Poche novità sugli altri rapporti di cambio, ancorati all’interno delle price action delle ultime settimane, in attesa che qualcosa di rilevante, accada finalmente sul fronte macro, geopolitico o di politica monetaria.

Allo stato attuale delle cose siamo in un momento di equilibrio precario, instabile perché in qualsiasi momento, potrebbero generarsi movimenti importanti anche se ora non sembra vi sia un trigger, ovvero un innesco di qualche cosa, che possa finalmente dare la scossa.

OGGI LA BCE

Un occhio di riguardo va alla decisione sui tassi, prevista per oggi, da parte della Banca Centrale Europea, che presumibilmente lascerà invariato il costo del denaro, seguendo le orme della Fed. Mai come in questo periodo tale evento, sembra essere poco rilevante se andiamo alla ricerca di quelli che invece, in qualche modo, possano essere considerati market mover.

E neanche le parole del Governatore sembrano essere in grado di produrre qualche modifica all’equilibrio attuale, che però va ricordato, è presente esclusivamente nei mercati finanziari, mentre in quelli reali, è noto a tutti, si vivono momenti complicati, perché i tassi persistentemente alti pesano sulle aziende che hanno bisogno di finanziarsi a costi meno proibitivi.

In più le guerre alle porte di casa e le difficoltà della Germania, locomotiva d’Europa, generano un rallentamento che ha effetti negativi su tutto il continente. Speriamo che prima o poi, le banche centrali abbiano la forza di mettere al centro del loro progetto anche l’economia reale.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani





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