Borse europee in rialzo, piu’ incerto l’azionario Usa, con la tecnologia in calo.
Dal meeting Opec+ conferma della crescita programmata della produzione.
Dati sull’inflazione Europea di dicembre: alti, ma potrebbero essere il picco.
Borse asiatiche in calo: risentono di tassi in ascesa perche’ ricche di azioni tech.


Ieri, 4 gennaio, nella seconda seduta del 2022, i principali indici azionari europei sono stati ancora orientati al rialzo, testimoniando fiducia sulla prospettiva economica nonostante la variante Omicron, l’inflazione troppo alta e lo scenario probabile di una stretta monetaria delle Banche centrali.

Il FtseMib italiano ha segnato +0,81%, il Cac40 francese +1,39%, il Ftse 100 britannico +1,63% ed il Dax40 +0,83%. Gli acquisti di titoli energetici, banche, ciclici e del lusso hanno largamente compensato la debolezza di tecnologici e farmaceutici, emersa nel pomeriggio in parallelo a Wall Street.

I listini Usa, dopo una brillante apertura, si sono indeboliti, ma in maniera differenziata: il Dow Jones e’ comunque salito del +0,59%, lo S&P500 ha perso il -0,06%, ed il Nasdaq il -1,33%. In breve a Wall Street, in parallelo ad un rapido rialzo dei rendimenti sui “governativi”, sono tornati gli acquisti sui beni di largo consumo, turismo, hotel e ristorazione, mentre hanno prevalso le vendite di azioni del settore sanitario e, soprattutto, della tecnologia.

Evidentemente, benche’ l'andamento negli Usa dei contagi con variante Omicron sia allarmante, con oltre un milione di contagi in un giorno, sembra prevalere la convinzione che questa nuova ondata non sia in grado di rallentare troppo la crescita economica globale, poiche’ non obblighera’ i Governi a scelte drastiche di lock-down.

Peraltro il focus degli investitori, nella giornata di ieri, 4 gennaio, era sulla riunione dell’Opec+ (Cartello dei principali esportatori di petrolio). Come previsto, Opec+ ha confermato l'aumento mensile gia’ programmato della produzione di petrolio, pari a +400 mila barili/giorno in febbraio, e per i mesi succesivi.

Insomma, il Cartello ritiene ancora valida la strategia di ripristinare lentamente i livelli pre-pandemia, dopo che a marzo 2020, nella fase piu’ acuta dell’emergenza sanitaria, aveva scelto un taglio record di 10 milioni di barili/giorno. Opec+ considera gli effetti della variante Omicron meno penalizzanti per la domanda di greggio rispetto a quelli delle precedenti 3 ondate.

La decisione di ieri ha sostenuto i prezzi, col WTI (greggio di riferimento Usa) che ha rivisto quota 77 Dollari/barile, ed il Brent (Mare del Nord europeo) gli 80 Dollari/barile, dove li ritroviamo stamane (ore 12.00 CET).

Sul fronte dei dati macroeconomici, l’indice Ism manifatturiero, che misura la performance dell’industria negli Stati Uniti, a dicembre e’ peggiorato a 58,7 rispetto al 61,1 di novembre, pur restando largamente in area di espansione (sopra i 50 punti) per il 19’ mese consecutivo.

In Germania, insieme ad un dato sulle vendite al dettaglio che a novembre sono scese del -2,9% su base annua, si registra anche un tasso di disoccupazione invariato al 3,3%, un livello in assoluto molto basso e confortante.

Come dicevamo, prosegue, sul mercato obbligazionario, il graduale movimento al rialzo dei rendimenti, ma il differenziale tra quello del Btp decennale italiano e quello del Bund tedesco si è stablizzato a 132 punti base. Il rendimento del decennale italiano sale anche oggi, +2 bps a +1,23%, ai massimi da fine giugno 2020.

Negli Usa si consolidano le aspettative che vedono la Federal Reserve aumentare i tassi di interesse di +0,25% almeno 3 volte nel 2022. Cio’ favorisce una risalita dei rendimenti dei Treasury americani verso nuovi massimi di periodo. Stamane quello del Treasury decennale benchmark Usa e’ sopra +1,65%, non lontano da picco di fine marzo a quota 1,76%.

Oggi, 5 gennaio, dopo un avvio incerto, i mercati azionari europei hanno nuovamente imboccato la strada del rialzo, e a fine mattinata guadagnano in media il +0,5%. (ore 13.00 CET).

L’aumento dei tassi di interesse e’ tra le possibili concause della frenata dei titoli tech di ieri, ed ha inciso sulle chiusure delle Borse asiatiche stamattina: solo il Nikkei giapponese e’ riuscito a segnare un piccolo rialzo: +0,1%, mentre sono pesantemente scivolati l’Hang-Seng di Hong-Kong -1,6%, il Kospi coreano -1,2% e il CSI300 di Shanghai&Shenzhen -1,0%.

La parte restante di questa settimana e’ ricca di dati macroeconomici: stamane e’ stato pubblicato il dato preliminare dell'inflazione a dicembre in Italia: +4,2%, in linea con le attese, ed in salita dal +3,9% di novembre. Diffusi nella mattinata anche gli indici PMI (Purchasing managers Index) dei servizi in Eurozona: 53,1 in dicembre, leggermente sotto le stime ed al dato del mese prima, entrambi 53,3.

Attenzione in serata, a mercati americani aperti, alla pubblicazione dei verbali dell'ultimo FOMC (Comitato di politica monetaria) della Federal Reserve e domani, sempre negli Usa, ad un paio di dati sul mercato del lavoro: le assunzioni nel settore privato (ADP) e le richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione (Jobless claims).

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