Il discorso da “colomba” di Jerome Powell sostiene la Borse. L’uragano Ida minaccia anche quest’anno il Golfo del Messico. Petrolio in tensione, risalgono petroliferi e raffinatori. L’oro ritrova il favore di molti investitori e consolida quota !.800 Dollari/oncia.
A Wall Street, venerdi’ 27 agosto, tutti gli indici azionari hanno chiuso in rialzo, accogliendo favorevolmente il messaggio molto cauto del Chairman della FED (Banca Centrale Usa) Jerome Powell: S&P +0,88%, Nasdaq +1,23% e Dow Jones +0,69%. La “delicatezza” del messaggio della FED ha aiutato anche i listini europei col FtseMib italiano +0,5%, il Dax tedesco +0,4% ed il Cac40 francese +0,2%.
Mentre mancano solo 2 sedute per chiudere un mese di agosto positivo, il bilancio della scorsa settimana (23-27 agosto), riporta rialzi frazionali e differenziati, che vanno dal +0,9% di Londra, al +0,8% Parigi, scendendo poi a Milano, +0,3%, Francoforte, +0,2% e Madrid, +0,1%. Spicca, in positivo Amsterdam, con un sonoro +2,0%.
Il Governatore della FED, nel suo intervento a Jackson Hole, ha chiarito che la situazione economica giustifica l’avvio di una fase di “tapering” (riduzione graduale degli acquisti sul mercato di obbligazioni, oggi pari a 120 miliardi Dollari/mese), ma non nel brevissimo periodo.
Tempi e modi della ”normalizzazione” saranno definiti nelle prossime riunioni del FOMC (Federal open market committee), a cominciare da quello del 22-23 settembre, che fornira’ anche un aggiornamento delle previsioni macroeconomiche. Molti analisti stimano che la riduzione degli acquisti possa iniziare a dicembre.
In ogni caso, ha sottolineato Powell, il tapering non prelude a un rialzo dei tassi, cioe’ non ha implicazioni dirette o automatiche sul rialzo dei tassi ufficiali, e che le condizioni che ne raccomanderebbero il rialzo sono ancora lontane.
Il mercato del lavoro, come confermano numerosi indicatori, e’ molto migliorato, ma l’obiettivo della piena occupazione e’ ancora lontano. Sul tema dell’inflazione Powell ha ribadito che le aspettative di lungo termine restano di un ridimensionamento spontaneo.
Nel frattempo, nel pomeriggio di venerdì 27, il quadro macro Usa si arricchiva di nuovi dati congiunturali interessanti: prosegue la forte forte crescita del reddito personale (+1,1% mese su mese!), mentre rallenta la crescita dei consumi, pur sempre a +0,3% mese su mese), in parte impattata dalla scarsa disponibilita’ di beni durevoli, come le auto.
La misura dell’inflazione piu’ considerata dalla Federal Reserve per calcolare, cioe’ la Pce (personal consumption expenditures index), è salita a luglio, come atteso, del +0,3% mese su mese, e del 4,2% anno, il maggior rialzo dal 1991.
Il mercato obbligazionario ha reagito compostamente alle novita’ da Jackson Hole: il rendimento dei Treasury a 10 anni e’ scesp di 3 bps tornando in area +1,3% (ore 12.15 CET), e quello del Bund decennale tedesco staziona a -0,42%, con uno spread verso l’omologo BTP italiano a 106 bps e quello verso gli High Yield europei benchmark (cd. Crossover) in area 228 bps, confermando un trend di graduale contrazione.
La turbolenta situazione afghana sembra avere piu’ risalto sui media che impatto sui mercati, sebbene gli Usa abbiano minacciato un nuovo intervento in armi se si verificasse un’escalation della violenza e del terrorismo. Urge, evidentemente, una risposta corale di Europa e Stati Uniti, possibilmente convergente con quelle di Russia e Cina che hanno da subito assunto un atteggiamento di “apertura” al nuovo Governo.
Stamane, 30 agosto, e’ stato pubblicato l’aggiornamento delle stime della Commissione Europea sulla congiuntura economica dell’area: la manifattura ha confermato livelli elevati, pur negativamente impattata da alcune difficolta’ di reperimento delle materie prime, mentre i servizi, pur restando in fase espansiva, soffrono la diffusione della variante Delta.
Il dato più importante di questa settimana resta comunque l’indagine mensile sul mercato del lavoro Usa, in calendario per venerdì 2 settembre.
Prima seduta positiva della settimana, stamattina, 30 agosto, per le Borse asiatiche, col Nikkei giapponese a +0,54%, l’Hang Seng di Hong Kong a +0,52% e il Kospi 100 coreano a +0,24%. Ancora sotto pressione i listini continentali cinesi, che soffrono l’intervento normativo del Governo sulla “tecnologia”.
A fine mattinata, il listini azionari europei sono in lieve rialzo, + 0,2% in media (ore 12.30 CET), con Londra chiusa per “bank holiday”, mentre il mercato valutario sembra ignorare il possibile impatto dell’uragano Ida, che minaccia ancora una volta New Orleans e Luisiana, con possibili riflessi su estrazione e disponibilita’ di petrolio e prodotti raffinati: Euro/Dollaro fermo a quota 1,18.
La situazione di allarme in alcuni impianti petroliferi nel Golfo del Messico ha dato slancio al prezzo del “crude” lo scorso venerdi 27, spingendo il Wti fino a 68,9 Dollari/barile in chiusura. L’oro prosegue la fase di graduale recupero e scambia a 1816 Dollari/oncia.
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