Giornata interlocutoria, quella di mercoledì sui mercati azionari, con i listini americani rimasti vicino ai massimi storici, in assenza però di direzionalità vera e propria. Nella seduta di ieri, il Dow è salito dello 0,1%, mentre l'S&P 500 e il Nasdaq Composite sono scesi rispettivamente dello 0,19% e dello 0,54%. Il Dax dal canto suo è ritornato sotto i 18 mila punti, in una seduta di consolidamento.

C’è, come andiamo dicendo da tempo, bisogno di un trigger che possa scatenare le price action, in tutti mercati, considerato che stanno vivendo una fase di stanca da ormai parecchie settimane. Il 2024 era partito sono i migliori auspici sotto ogni punto di visto ed invece si sta rivelando quasi monotono, con le borse che rimangono ancorate sui massimi, i cambi immobili e i rendimenti dei titoli di Stato in una fascia di oscillazione ristretta.

Questo innesco, potrebbe venire dai dati macro, ma anche dalle dichiarazioni, ma deve rappresentare una novità, una modifica dei paradigmi attuali. Oggi è la volta di dati americani sulle vendite al dettaglio e sui prezzi alla produzione, per avere ulteriori conferme sull’atteggiamento che terrà la Fed sui tassi. Ieri, i dati sull'inflazione non sono riusciti a cambiare le aspettative per una riduzione di 25 punti base Fed Funds a giugno, anche se i dati hanno sorpreso al rialzo.

Sul fronte societario, Nvidia è scesa del 2% dopo il rally del 7,2% di martedì e Tesla è scesa di quasi l'1,8% dopo che Wells Fargo ha declassato il rating del titolo. Intel ha perso circa l'1,4% dopo che i rapporti hanno mostrato che il Pentagono sta pianificando di spendere fino a 2,5 miliardi di dollari in una sovvenzione per i chip che minaccia di limitare l'importo che Intel si aspettava di ottenere in finanziamenti federali.

TASSI SUI MUTUI USA IN RIBASSO

Il tasso di interesse medio contrattuale per i mutui trentennali a tasso fisso negli Stati Uniti è diminuito di 18 punti base al 6,84% la scorsa settimana, il più basso in un mese, secondo i dati dell'MBA. I tassi sono diminuiti poiché i dati economici hanno mostrato un settore dei servizi più debole e un mercato del lavoro meno robusto. Di conseguenza, le richieste di mutui sono aumentate del 7,1%, dopo un aumento del 9,7%.

TREASURIES

Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è salito per il terzo giorno consecutivo al 4,18%, il livello più alto dall'inizio del mese, in ragione di dati che hanno rafforzato l'opinione secondo cui il primo taglio dei tassi di interesse della Fed arriverà solo a giugno.

Il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è inaspettatamente salito al 3,2% e il tasso core è rallentato meno del previsto al 3,8%, rafforzando l’opinione secondo cui la Fed ha bisogno di maggiore fiducia che l’inflazione si sposterà in modo sostenibile verso l’obiettivo del 2%.

Le probabilità di una riduzione delle tariffe a giugno si avvicinano attualmente al 60%. I dati PPI e le vendite al dettaglio previsti giovedì forniranno maggiore chiarezza sulla performance economica, in vista della decisione del FOMC della prossima settimana.

VALUTE

L’immobilità del mercato dei cambi è emblematica di un periodo privo di interessi con i principali players secondo noi alla finestra, in attesa di qualche cambiamento nelle price action che non arriva. Trading range dei principali rapporti di cambio, nei limiti di cui avevamo detto già ieri, ovvero trading range in 50-60 pip di oscillazione, sia per i cambi originali, sia per i cross.

Poco da segnalare se non che riteniamo che tali livelli tengano anche per oggi e per questa settimana almeno. Non vediamo cosa, in questo momento, possa far rompere i livelli estremi dei rettangoli attualmente ancora in formazione, da un punto di vista tecnico.

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PETROLIO

Mercoledì i futures sul greggio WTI sono aumentati di oltre il 2% superando i 79 dollari al barile, dopo che i dati del governo statunitense hanno mostrato un inaspettato calo delle scorte di greggio. Il rapporto dell’EIA ha mostrato che le scorte di petrolio greggio negli Stati Uniti sono diminuite di 1,536 milioni di barili la scorsa settimana, sfidando le aspettative di un aumento di 1,338 milioni di barili.

Si è trattato del primo calo in sette settimane, confermando i dati del settore riportati martedì dall'API. Inoltre, il rapporto ha evidenziato un calo presso l’hub di Cushing in Oklahoma, insieme alla diminuzione delle scorte di benzina. Nel frattempo, secondo l’OPEC, l’Iraq ha superato la sua quota di produzione petrolifera per il secondo mese consecutivo. L’EIA prevede inoltre un aumento più rapido del previsto della produzione petrolifera statunitense per quest’anno, che sosterrà le forniture globali.

PIL UK

L’economia britannica è cresciuta dello 0,2% su base mensile nel gennaio 2024, dopo un calo dello 0,1% a dicembre e in linea con le previsioni di mercato. Questo rimbalzo fa seguito alla recessione tecnica vissuta nella seconda metà del 2023. Il maggiore contributo al rialzo è venuto dal settore dei servizi (0,2% contro -0,1% di dicembre), vale a dire dal commercio al dettaglio, esclusi autoveicoli e motocicli (3,4%).

Nel frattempo, le costruzioni sono cresciute dell’1,1% (rispetto al -0,5%). D'altro canto, la produzione industriale è scesa dello 0,2% (contro +0,6%), Considerando i tre mesi terminanti a gennaio, l'economia britannica si è contratta dello 0,1%. Sterlina sempre nel range 1.2750 1.2830.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani




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