La situazione in merito al Coronavirus è preoccupante. Ci sono due fasi: la prima coinvolge l’emotività delle persone, che comporta un crescendo di tensioni perché le persone non sanno bene come si devono comportare. In Cina se la passano proprio male, ma tra poco anche noi magari cominceremo a preoccuparci e pensare a come non contrarre il virus. La seconda invece riguarda le ripercussioni a livello economico: dopo una tale frenata non sarà sufficiente togliere il piede dal freno per ripartire senza intoppi.
L’economia quotidiana in Cina si sta fermando e ciò è l’emblema di quello che poi potrebbe succedere altrove. Si sta fermando il panettiere, il macellaio, il piccolo supermarket ma anche le grandi catene come Starbucks, Mc Donald’s o le grandi fabbriche come Peugeot, ecc. Il trasporto aereo è bloccato. L’Italia ha appena sospeso tutti i voli da e per la Cina. Quando c’è una frenata di questa natura è difficile immaginare che basti riaccendere il motore per ripartire. Il sistema è come una catena, che quando si ferma va ricontrollata e oliata bene prima di rimetterla in moto, perché nel frattempo potrebbe essersi rovinata. Le ripercussioni dal punto di vista economico potrebbero essere così grandi che l’impatto, attualmente, risulta difficile da calcolare.
I mercati per ora, tranne in qualche momento eclatante, sembrano però un po’ disinteressarsene, ma non durerà a lungo. Già oggi hanno preso una piega ben diversa.
VEDIAMO quello che succede al prezzo del petrolio. Se si ferma tutto, il trasporto aereo, la produzione industriale, ecc, allora si ferma anche il consumo di petrolio, che è materia prima usata ovunque nel ciclo produttivo. Evidentemente questo si sta già riflettendo nei prezzi del greggio. Ricordiamoci che solo pochi giorni fa, quando ci fu il rischio escalation con l’Iran, il petrolio arrivò quasi a 66 dollari al barile, mentre ora si è riportato in fretta su quella importantissima area di supporto dei 50 dollari, scontando uno scenario molto negativo circa i consumi a breve e medio termine, proprio in ragione del Coronavirus.
Al crescere dei Paesi coinvolti dalla pandemia, i mercati finanziari dovranno per forza preoccuparsi. Già alcune multinazionali americane (mi pare ad esempio la Apple), pur non dichiarando un profit warning, hanno inserito nelle considerazioni sulle loro guidance (ossia le aspettative), un grosso punto di domanda per il 2020, proprio in ragione dei riflessi del Coronavirus, per ora non preventivabili.
Pian piano si vedranno, soprattutto in Cina, gli effetti di questo blocco completo dell’economia nei numeri,. Ricordiamoci che decine di milioni di persone sono in quarantena, bloccate a casa senza fare più niente. Tutta questa situazione genererà riflessi che verranno pesati anche sulle altre economie globali, soprattutto se ci saranno altri focolai. A quel punto si potranno fare previsioni sui numeri e le Banche Centrali reagiranno di conseguenza. Io credo che le Banche centrali siano state appositamente caute, ma torneranno presto sul tema, quando avranno più dati sugli effetti del Coronavirus.
IL CIGNO NERO è qualcosa di completamente inaspettato. E se per sua stessa ammissione lo ha sottovalutato la stessa Organizzazione Mondiale delle Sanità, figuriamoci se può non averlo sottovalutato la comunità globale degli investitori. Ora bisogna vedere quanto eventualmente si diffonderà e cosa succederà. Ma è chiaro che la Cina è già impattata pesantemente, e stiamo parlando della seconda economia a livello globale.
I mercati hanno dato e stanno dando un segnale di enorme forza relativa. Probabilmente in altri momenti, con altro tipo di emotività, una cosa come il Coronavirus avrebbe avuto un impatto molto più negativo sui mercati stessi. Questa cosa per ora non è successa, perché la forza relativa che anima i mercati li spinge verso l’alto e ha fatto da freno alle vendite che comunque sono già arrivate, Però non dobbiamo dimenticarci che il mercato italiano si trova sotto un’importante resistenza. Se non riusciremo a breve a superarla, si potrebbe tornare indietro in maniera significativa…
Ci sono motivi tecnici, combinati con motivazioni fondamentali e magari addirittura con il contesto del cigno nero, per cui la situazione può farsi complessa. Suggerirei a chi ha il portafoglio pieno (di titoli) di tenersi pronto con un paracadute di massima sicurezza. Chi fosse invece liquido, dovrebbe aspettare l’eventuale superamento delle resistenze.
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