L’inflazione negli Usa non scende come sperato, Wall Street prende fiato.
Ora il primo taglio dei tassi della FED e’ atteso non prima di maggio.
Momentum in accelerazione per le Cryptovalute, Bitcoin sopra 50 mila US$.
Qualche speranza di ripresa dallo ZEW tedesco, mentre scende l’inflazione in UK.


Ieri, 13 febbraio, Borse europee e Usa in calo, dopo il deludente dato sull'inflazione americana di gennaio che non rallenta come sperato: il 3,1% su base annua e’ in calo rispetto al 3,4% di dicembre, ma e’ sopra al 2,9% stimato dagli analisti: anche il +0,3% su base mensile ha mancato le stime.

Nella prospettiva dei mercati cio’ impattera’ sulla tempistica del tanto desiderato taglio dei tassi da parte della Federal Reserve (Banca centrale Usa-FED): dai futures sui Fed Funds si deduce la probabilita’ di un taglio a maggio calata dal 50 al 30%, e l’azzeramento della possibilita’ di un taglio a marzo.

Borse europee: ieri Milano e’ scesa -1,02%, Francoforte -0,93%, Londra -0,83%, Parigi -0,84%. La Borsa tedesca non ha reagito al miglioramento dell'indice Zew sulla fiducia degli operatori economici, che su febbraio e’ risalito a 19,9 punti, dai 15,2 di gennaio, superando le attese di consenso di 17,5.

Quella olandese, -1,29%, ha sofferto delle vendite di azioni dei semiconduttori: Be Semi -6,4%, Asml Holding -4,5% e Asm Int. -3,4%. A Londra, i dati sul mercato del lavoro migliori delle attese allontanano le ipotesi di taglio dei tassi d'interesse.

A Wall Street tutti gli indici azionari hanno chiuso in forte flessione: Dow Jones -1,35%, S&P500 -1,37%, Nasdaq -1,80%, Russell2000 -3,96%, con cali piu’ marcati nei comparti sensibili ai tassi d’interesse, a cominciare dall’immobiliare/costruzioni.

Tra gli altri effetti della delusione sul dato dell’inflazione a gennaio, notiamo che:
- il rendimento del Treasury decennale è risalito a 4,29%, massimi da novembre,
- quello del 2 anni ha rivisto il “pivot point” di dicembre,
- il Dollaro si è rafforzato contro tutte le altre monete, e
- l’indice di volatilità VIX sullo S&P500 e’ salito come non accadeva da ottobre.

Il Dollaro Usa si e’ dunque rafforzato, e a farne le spese continua ad essere l’Euro, sceso sino a 1,071, al minimo da novembre. Anche lo Yen giapponese si e’ indebolito contro US$ sino a 150,1 mentre il cross Euro/Yen e’ attorno a 161,4. Le cryptovalute confermano la fase positiva, Bitcoin ha oscillato vicino a 50 mila US$, ai massimi dal 2021.

Banche centrali: ieri il vice-Presidente della Banca centrale Europea, Luis De Guindos, parlando alla conferenza delle Banche centrali del Mediterraneo a Spalato (Croazia), ha spiegato che "ci vorrà ancora tempo prima di consolidare le informazioni che confermano che l'inflazione sta tornando al target del 2%".

Ha poi aggiunto che "le politiche fiscali e strutturali devono affrontare le prospettive di bassa crescita nell'area dell'Euro, riducendo al tempo stesso gradualmente gli elevati rapporti di debito pubblico". "Le riforme strutturali promuovano la partecipazione alla forza lavoro, sostenendo e migliorano l'istruzione e l'incontro delle competenze tra offerta e domanda di lavoro...”.

“Gli investimenti investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo, digitalizzazione e processi produttivi sostenibili potranno aumentare la competitivita' e la produttivita' dell'area-Euro.., riducendo le pressioni sui prezzi nel medio termine, e sostenendo al contempo le transizioni verde e digitale".

Intanto Eurostat (Ufficio statistico dell’Unione Europea) “fotografa” bene la debolezza della congiuntura europea: la produzione industriale 2023 nell'area-Euro, e' diminuita -2,4% sul 2022, sebbene a dicembre, su base mensile tendenziale, sia cresciuta +2,6% e su base annuale tendenziale +1,2%.

Nel 4’ trimestre 2023 il prodotto interno lordo (GDP-PIL) e' rimasto stabile, +0,1%, nell'area-Euro sul trimestre precedente: nel 3’ trimestre era diminuito -0,1%. Sull’intero 2023, Eurostat stima una deludente crescita annuale di +0,5%. Infine, nel 4’ trimestre 2023, il numero degli occupati e' cresciuto +0,3% rispetto al 3’ trimestre.

Dopo la delusione negli Usa di ieri, oggi e’ stata la volta del dato sui prezzi al consumo (CPI) nel Regno Unito, che hanno rieservato una buona sorpresa: -0,6% su base mensile, e +4,0% annuale, verso attese di -0,4% e +4,2% rispettivamente.

Poche novita’ e indici per lo piu’ negativi per le borse dell’area Asia-Pacifico: Tokyo ha chiuso in ribasso, soffrendo del calo di Wall Street, col Nikkei 225 a -0,78%, mentre si nota il “rimbalzino”, +0,87%, di Hong Kong (+0,87%), dopo i 2 giorni di chiusura per il capodanno cinese, negativi i pochi altri listini asiatici aperti: Kospi -1,10%, Sensex -0,27%.

A fine mattinata (ore 12.45 CET) le Borse europee, dopo una partenza zoppicante, tentano un piccolo rimbalzo, in media +0,4%. I future su Wall Street sono positivi, in media +0,7%, dopo la chiusura pesantemente negativa di ieri sera.

Nuova giornata all’insegna della fiducia e della crescente legittimazione del comparto delle cryptovalute nel mondo degli investimenti: Bitcoin 51.340 Dollari, +2,8%, Ethereum 2.750, +2,6%, Cardano 0,57, +3,1%, Solana 115,4, +1,2%. (ore 12.45 CET).


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