Pechino avvia un piano di supporto a banche, consumi, immobiliare.
Manufattura EU sempre più debole: la BCE potrebbe presto tagliare ancora.
Borse asiatiche e materie prime in recupero, si spera nella Cina.
Scendono i rendimenti obbligazionari in Europa: spread BTP/Bund a 130 bps.
La PBoC (Banca centrale della Cina) ha varato alcune nuove misure per accelerare, indirettamente, l'economia: ha ridotto le soglie minime richieste alle riserve di liquidità delle banche ed il loro tasso d’interesse di riferimento, prevedendo anche l'iniezione di circa 113 mld di US Dollari di liquidita' e specifici stimoli al comparto immobiliare.
Alcuni analisti hanno osservato che mancano misure dirette e rapide a sostegno dell'economia reale: tuttavia il piano rivela il senso di urgenza di Pechino per rilanciare anche le depresse Borse locali.
L’effetto benefico di tali misure s’è visto soprattutto ieri mattina, quando gli indici delle Borse domestiche cinesi hanno segnato guadagni spesso superiori a +4,0%.
In Europa l’euforia asiatica si è trasmessa solo parzialmente, anche a causa del pessimo dato sulla fiducia delle imprese tedesche a settembre: il relativo indice Ifo è sceso da 86,6 di agosto a 85,4 punti, sotto gli 86,1 previsti. Inoltre è scesa ancora l’aspettativa sul business, da 86,8 di agosto 86,3, peraltro in linea con le attese.
Le chiusure Europee di ieri sono state comunque positive: Milano +0,6%, Francoforte +0,9% Parigi +1,3% Londra e Madrid +0,3% Amsterdam +0,4%.
Wall Street ha segnato un piccolo rialzo, ridimensionando l’ottimismo di inizio seduta dopo la pubblicazione del “sentiment” dei consumatori. Dow Jones +0.2%, S&P 500 +0,25%, Nasdaq +0,56%, con tutti gli indici comunque vicini ai massimi storici.
Ieri sono stati pubblicati alcuni indicatori macroeconomici Usa molto “barometrici”, che tuttavia non dipingono un quadro direzionale univoco: la fiducia dei consumatori ha deluso, scendendo a 98,7 punti contro i 104,0 previsti, e segnando il maggior calo mensile da 3 anni.
L'indice sulla salute della manifattura curato dalla Richmond FED, è sceso ad agosto a -21, da -19 del mese prima, ai minimi dal 2020, oltre che sotto alle stime di -12.
In positivo, la debolezza di questi dati rilancia le aspettative di nuove riduzioni dei tassi: i Treasuries incorporano implicitamente un taglio 75 bps entro fine 2024: visto che avremo solo 2 FOMC (Comitato di politica monetaria della FED), almeno un taglio dovrebbe essere di -50 bps: non resta che aspettare..
In seno al FOMC, la maggioranza dei membri è allineata con l’opinione di Austan Goolsbee, secondo cui il focus della Banca centrale si è già spostato dall’inflazione all’occupazione, ed i tassi potranno scendere ancora e velocemente.
La collega Michelle Bowman, convinta che l’inflazione non sia ancora debellata, predica moderazione nel taglio del costo del denaro, visto che il mercato del lavoro denota ancora forza ed i consumi rimangono tonici, sventando la prospettiva recessionistica.
In Europa, con la manufattura in prolungata crisi e la speranza di crescita legata ai soli servizi, cresce la speranza si un nuovo taglio dei tassi della Banca centrale Europea già ad ottobre, come avvalorato dal Governatore Estone Madis Muller: intanto la Banca di Svezia ha abbassato il repo-rate di -0,25% a 3,25%.
Tale aspettativa si riflette anche sulla discesa dei rendimenti dei titoli Governativi e fa si che il “mondo bond” sia tranquillo, come rivela anche la “chiusura” del noto spread tra rendimento dei Btp decennali italiani ed omologhi Bund tedeschi, sceso ieri a 133 bps dai 135 della vigilia.
L’iniziativa cinese di ieri ha favorito il rialzo dei prezzi di molte materie prime, comprese quelle energetiche: il petrolio WTI (riferimento Usa) e' salito a 71,4 Dollari/barile, +1,5%, anche per l’escalation del nuovo fronte di guerra tra Israele ed Hezbollah in Libano: per la stessa ragione l’oro è ai massimi storici, attorno 2.645 Dollari/oncia.
Oggi, 25 settembre, notiamo movimenti meno euforici sui listini asiatici: Tokyo ha perso -0,19%, ma quelle della “greater China” hanno guadagnato ancora: Shenzhen +1,30%, Shanghai +1,20%, Hong Kong +0,8%.
Pechino ha infatti annunciato nuova liquidità per oltre 800 miliardi Yuan a supporto delle sue Borse oltre che un “Fondo dedicato” a stabilizzare i corsi depressi delle azioni domestiche.
Peraltro il recupero delle Borse sembra da attribuire anche ai multipli valutativi molto depressi ed all’attesa di nuovi stimoli fiscali più indirizzati agli investimenti e ai consumi, che ridurrebbero il rischio, tutt’altro che remoto, della deflazione.
Le Borse europee, partite in lieve flessione, terminano la mattina senza ispirazione, con tutti gli indici frazionalmente negativi. Le sorti dei listini azionari europei, dato il quadro congiunturale debole, dipendono molto dai prossimi dati macro e dalla scelte della Banca centrale, dalla quale si spera un’accelerazione della fase di allentamento monetaria: il Presidente Lagarde parlerà giovedì 26.
Anche negli Usa massima attenzione ai dati in uscita: questo pomeriggio avremo quelli su scorte petrolifera e vendita di case nuove, domani quello su GDP del 2’ trimestre e richieste di sussidi di disoccupazione, oltre allo “speach” del Chairman della FED Jerome Powell: venerdì 27 il dato d’inflazione PCE (Personal consumer Expenditure) di agosto, molto considerato dalla FED.
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