I principali indici azionari statunitensi, hanno terminato la seduta di ieri con guadagni di dimensioni ridotte, ma quanto basta per fissare nuovi massimi storici. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,2% a 42.208 punti, dopo aver fissato il nuovo massimo storico a 42.281 punti. L’S&P500 è salito dello 0,25% a 5.733 punti, poco al di sotto del nuovo massimo di 5.735 punti. Chiusura positiva anche per il Nasdaq (+0,56% a 18.075 punti).

Non c’è molto da segnalare riguardo a queste price action che dimostrano ancora come l’appetito al rischio, nei mercati azionari, sia ancora prevalente. Nel frattempo, il mercato attende ulteriori commenti dei diversi funzionari della Fed per valutare i prossimi passi della banca centrale, in attesa del rapporto PCE, previsto per fine settimana. Tecnologia e finanza sono stati i settori che più hanno battuto in testa ieri, mentre il settore dei materiali ha sovraperformato.

Le megacap per contro hanno chiuso negative, Inoltre, le azioni Visa sono crollate di quasi il 4% dopo le notizie secondo cui il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti potrebbe presentare quanto prima una causa accusando la società di monopolizzare illegalmente il mercato delle carte di debito negli Stati Uniti.

VALUTE

Ancora poche oscillazioni sul mercato dei cambi, in attesa di qualche segnale che possa sbloccare il trading range delle ultime due settimane. L’Euro rimane sostanzialmente forte, ormai a ridosso di 1.1200, nonostante i dati macro segnalino stagnazione nel vecchio continente. L’indice Ifo tedesco pubblicato ieri si è rivelato ancora negativo, ed è sceso a 85,4 a settembre 2024 da 86,6 ad agosto.

Si tratta del minimo dal mese di gennaio 2024 e ha mancato le aspettative di 86. Il sottoindice per le condizioni attuali è sceso a 84,4 da 86,5, mentre le aspettative aziendali sono diminuite a 86,3 da 86,8. Sulle altre valute, prevale una certa debolezza del biglietto verde, in un contesto in cui il cambiamento di narrativa dei responsabili di politica monetaria statunitense sembra spingere la valuta al ribasso, e forse questo è l’obiettivo della Fed.

UsdJpy che da 144.70 è tornato a ridosso di 143.00 dopo aver visto un minimo a142.90 e sebbene la price action e la tendenza di fondo sul giornaliero, sembrino di accumulazione, questi colpi di coda parrebbero avere lo scopo di buttare fuori dal mercato chi è long dollari. Cable sempre fortissimo, ormai sopra 1.3400 e non lontano dai primi obiettivi di 1.3450 80 area.

Sui supporti chiave anche UsdCad, tornato a 1.3420 con possibilità, in caso di rottura al ribasso dell’area di 1.3370 di scendere anche a 1.3180 target finale di questo movimento. Stabilità per l’EurChf a 0.9430 mentre scende ancora il UsdChf non lontano dal minimo di 0.8335.

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PBOC IN AZIONE

La Banca Popolare Cinese ha abbassato il tasso di prestito di riferimento a un anno, conosciuto come MLF, ovvero linea di credito a medio termine, di 30 punti base al 2,0% dal 2,3% del 25 settembre. Già ieri la banca centrale aveva introdotto le sue misure di stimolo economico per rilanciare l'economia e ripristinare la fiducia del mercato, per contrastare la debole domanda interna e i rischi di deflazione.

Le misure comportano una riduzione di 50 punti base del coefficiente di riserva obbligatoria, un taglio di 20 punti base del tasso di interesse chiave a breve termine e una diminuzione approssimativa di 50 punti base dei prestiti ipotecari esistenti.

Lo Yuan è in rafforzamento sul dollaro, per via della debolezza diffusa della valuta americana, e tecnicamente siamo tornati in fase ribassista con obiettivi intorno ai 7 Yuan per dollaro toccati stanotte e, nel caso di violazione, non è da escludere un tentativo a 6.70 target finale di questo leg ribassista,

USA, MERCATO IMMOBILIARE IN PEGGIORAMENTO

L'indice dei prezzi delle case S&P Case-Shiller in 20 città negli Stati Uniti è aumentato del 5,9% rispetto all'anno precedente a luglio 2024, rallentando rispetto all'aumento del 6,5% del mese precedente e in linea con le aspettative del mercato di un aumento del 5,8%. È stato l'aumento più basso dei prezzi delle case da novembre 2023, a indicare l'impatto dei tassi di interesse più elevati sulla domanda di abitazioni.

Tuttavia, è stato il nono mese consecutivo in cui la crescita dei prezzi è rimasta al di sopra della soglia del 5%. L’impatto dei tassi alti comincia però a farsi sentire in modo evidente ed è questa una delle ragioni principali del taglio dei tassi della Fed.

AUSTRALIA, INFLAZIONE IN CALO

L'indice dei prezzi al consumo (CPI) in Australia è aumentato del 2,7% su base mensile, rispetto al dato di agosto dell’anno scorso, più basso rispetto alle previsioni di mercato del 2,8% e alla lettura di luglio del 3,5%. È stata la lettura più bassa da agosto 2021, e rientra nell'intervallo obiettivo della banca centrale del 2-3% per la prima volta in tre anni.

A contribuire, il calo dei prezzi dell'elettricità, la discesa più alta mai registrata (-17,9%) e quelli dei carburanti (-7,6%). Ma i prezzi sono scesi anche nel settore alimentare, alcol e tabacco. AudUsd in correzione dai massimi di 0.69076 con target di breve posti anche a 0.6830. Trend di fondo che resta però rialzista con obiettivi a 0.7150 nel medio termine.

Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani




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